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Idee in Movimento

Idee sempre più in movimento

Il nostro laboratorio teatrale

Di Giorgio Colopi

Abbiamo iniziato il progetto Idee in movimento 4 anni or sono con la messa in scena dell’Ubu Re, la grottesca e surreale opera di Alfred Jarry. Personaggi come marionette che prendono vita per rappresentare la violenza e la stupidità della borghesia affamata di potere. Il mio ricordo più nitido è la scena finale: Padre Ubu e madre Ubu sono sul proscenio, lui soffia bolle di sapone distrattamente, come per esorcizzare l’orrore della guerra appena finita, e lei guarda lontano, sognante. In fondo 2 soldati polacchi remano all’unisono, e su tutto la musica gitana di Emir Kusturica e della sua No Smoking Orchestra.  È stato un bel esperimento e, per me, un bel modo di partire.  Quello che abbiamo cercato di fare in questi anni non è stato solo teatro:  abbiamo voluto sperimentarci in circostanze nuove, ignari ad ogni inizio di quale sarebbe stato il risultato finale. 

Il secondo anno lo spettacolo si intitolava “Il cinema italiano fa scuola” ed era un progetto completamente diverso. Siamo partiti dalla visione di alcune scene filmiche che ruotassero intorno a tematiche centrali per i ragazzi, come il rapporto con i genitori e la scuola, le abbiamo commentate e portate in una discussione.

Ho chiesto hai ragazzi di fare un parallelismo tra i film e le loro vite, ricercando e condividendo con il gruppo situazioni analoghe in cui si fossero trovati.    Solo in un secondo tempo è venuta la parte teatrale. Abbiamo riproposto, tra le altre, una scena del film di Massimo Troisi “Ricomincio da tre” in cui il protagonista tentava in tutti i modi di liberate in tutti i modi Robertino, questo quarantenne immaturo, dall’influenza oppressiva della madre.   

Il terzo anno ci è venuta voglia di cimentarci con un testo teatrale un po’ più consueto. Ho scelto per i ragazzi un classico della commedia americana, un copione brillante scritto da di Ben Hecht e Charles Mac Arthur: “Prima pagina”.  Ci siamo divertiti ad aggiungere in corso d’opera delle idee che ci sono venute in mente. La più bella forse, tutta pensata dai ragazzi, è la scena in cui Hildy Jonson telefona al suo capo Matilde Burns per raccontarle di un fatto eclatante appena successo. Parte  “The Typewriter” di  Jerry Lewis ed in fondo al palcoscenico si scatena il caos. Non ve lo descrivo perché sarebbe troppo complicato, avreste dovuto vederlo.  

 

E quest’anno ?

Questa volta ho in mente di fare con i ragazzi un lavoro più profondo, dove in primo piano non c’è una storia ma le emozioni portate dagli attori. Stiamo lavorando per sottrazione, concentrandoci su concetti essenziali della recitazione teatrale, come la presenza scenica, l’ascolto, la fisicità. Tanto per complicarci la vita abbiamo scelto un testo che non è un copione teatrale ma un libro: “Oceanomare” di Alessando Baricco. Io sono assolutamente affascinato da questo testo, l’ho letto molti anni fa e resta per me un punto di riferimento in molti sensi. Vorrei che la rappresentazione finale non fosse in un teatro ma vicino al mare, su una spiaggia o qualcosa del genere. Spero di trasmettere il mio entusiasmo anche i ragazzi.

Non so cosa ne uscirà, siamo ancora all’inizio.

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