Venerdì 28 Aprile 2017, noi alunni delle classi prime,del Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate dell’ Istituto Enrico Medi di Galatone, ci siamo recati al Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio per una visita guidata.
Il Parco ricade interamente nel territorio del comune di Nardò e comprende la zona di Porto Selvaggio - Torre Uluzzo (Istituito nel 1980) e la Palude del Capitano ( classificata come area naturale nel 1997). La costa è rocciosa e frastagliata, caratterizzata da pinete e macchia mediterranea e lungo il litorale sono dislocate la Torre dell' Alto, la Torre Uluzzo e la Torre Inserraglia.
Lungo il tragitto era bello osservare dal finestrino tutto quello che ci circondava e una volta arrivati al Parco di Porto Selvaggio, una leggiadra, ma intensa brezza marina ci ha accarezzati e le onde del mare risuonavano nelle nostre orecchie. Nel frattempo, la guida con una breve presentazione ci ha illustrato il percorso da fare. Dopo le ripide salite a gradoni, ci siamo ritrovati vicino la Grotta di Capelvenere (la più grande delle 15 grotte presenti nel Parco), più conosciuta come "Grotta del presepe". Veniva chiamata così perchè le pareti erano ricoperte da una felce chiamata "Adialtum Capillus Veneris", proprio per la forma dei suoi rametti talmente piccoli e sottili che sembrano i capelli di una Venere. All'interno di questa grotta gli archeologi dell'Università di Firenze, a partire dagli anni '60, hanno effettuato degli scavi ritrovando i resti dell' uomo di Neanderthal in particolare un dente risalente al Paleolitico Medio. Recentemente sono state ritrovati anche resti dell’ Homo Sapiens Sapiens Fossilis, nostro diretto antenato, risalenti a circa 22/23.000 anni fa. Per un certo periodo di tempo,però, non fu ritrovato nulla in questa grotta, nessun resto umano, animale o vegetale perché circa 22.000 anni fa la roccia cedette generando una frana. Questi massi caduti impedivano l’ accesso, finchè circa 9.000 anni fa, l’ uomo riuscì ad abitarla di nuovo. Per quanto riguarda la sua formazione, invece, dobbiamo far riferimento al fenomeno carsico, cioè l’azione chimica e meccanica dell’ acqua su rocce composte da carbonato di calcio. Infatti, la roccia calcarea ha infatti la capacità di essere erosa dall’acqua unita all’anidride carbonica. In seguito, ci siamo avviati lungo un sentiero per ammirare la flora autoctona.
Infine abbiamo visitato Torre Santa Maria dell’Alto, uno sperone roccioso a strapiombo sul mare formato dal processo della calcarenite, cioè un tipo di roccia sedimentaria e di clasti che compongono la stessa che sono spesso di origine biologica, ovvero fossili di organismi marini, spesso frammenti di gusci di molluschi, alghe ecc..
Ammirato il panorama incantevole ci siamo incamminati verso la strada del ritorno, felici per aver fatto quest’esperienza che ha lasciato in ognuno di noi un bel ricordo ricco di emozioni vissute insieme con i nostri compagni e professori che hanno contribuito a rendere speciale questa giornata!
Gli studenti delle classi 1°As, 1°Bs, 1°Cs.